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Il virus Ebola |
Prima di leggere il testo seguente scrivi sul tema "virus Ebola" alcune domande importanti a cui vorresti dare una risposta.
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Virus Ebola: l'origine, i sintomi e le cose da sapere
L'infezione
continua a diffondersi in Africa e fa temere che possa arrivare anche
in Europa. Ma come si diffonde? E ci sono davvero rischi anche per
l'Italia?
L'epidemia di Ebola
che ha colpito nuovamente l'Africa e che sta causando numerose vittime
preoccupa sempre di più anche in Europa e negli Stati Uniti. A maggior
ragione dopo la morte di due cittadini americani, che si trovavano in Liberia
per lavorare con una ong. Proprio situazioni di questo tipo non fanno
che aumentare l'allarmismo, visto che si teme che persone infette
possano raggiungere altri continenti via aereo e portare anche da noi il
temibile virus. E il fatto che la Liberia abbia deciso di chiudere le
frontiere fa pensare che il pericolo non sia del tutto inventato. È da
segnalare però come il ministero della Salute abbia escluso rischi per l'Italia, anche se, ovviamente, non è impossibile che un caso giunga in Europa.
Ma che cos'è e come si diffonde il virus Ebola?
Precedentemente nota come febbre emoraggica, si tratta di una
infenzione che nella maggior parte dei casi, circa il 90%, diventa
fatale. L'Ebola colpisce principalmente i villaggi più remoti
dell'Africa occidentale e centrale, soprattutto quelli che si trovano
vicini alle foreste tropicali; mentre è molto più difficile che colpisca
i grandi centri abitati, ragione per cui la sua diffusione, fino a
questo momento, è sempre stata abbastanza limitata.
Il
virus dell'Ebola si trasmette agli umani
attraverso il contagio
da animali selvaggi, per poi diffondersi
attraverso una trasmissione da uomo a uomo, causata da un contatto
ravvicinato con il sangue o altri fluidi corporei di persone infette.
L'ospite naturale dell'Ebola è considerato essere la
volpe volante,
anche nota come pipistrello della frutta, ma la diffusione del virus è
stata documentata anche attraverso
scimpanzè, gorilla e primati in
generale.
Nella
diffusione da uomo a uomo hanno invece giocato
un ruolo importante le cerimonie funebri, in cui i partecipanti al
funerale si sono trovati a contatto troppo ravvicinato con il defunto.
Anche le persone che lavorano nel campo della sanità sono ad alto
rischio, per il fatto di trovarsi necessariamente a stretto contatto con
persone infette, spesso - nelle prime fasi della cura - senza adeguate
protezioni. È importante anche sapere che le persone che sono guarite
dal virus possono continuare a trasmetterlo attraverso
i fluidi corporei
per un tempo anche di sette settimane successive alla guarigione.
La prima comparsa del virus Ebola
è del 1976, quando colpì a Nzara (Sudan) e a Yambuku (Repubblica
democratica del Congo). Quest'ultimo villaggio si trovava vicino al
fiume Ebola, da cui la malattia ha preso il suo nome. I sintomi del virus Ebola
sono numerosi e possono facilmente essere inizialmente confusi per
qualche banale altro virus che causi febbre o diarrea. I primi segnali
sono infatti febbre alta e improvvisa, debolezza molto forte, dolori
muscolari, mal di testa e mal di gola. Quando la situazione si aggrava,
compaiono anche vomito, diarrea forte, insufficienza renale ed epatica,
fino ad arrivare a emorragie interne ed esterne.
Il
periodo di incubazione dopo la comparsa del virus
è molto bassa, può andare
dai due ai 20 giorni. Durante il periodo
dell'incubazione il paziente non è contagioso, lo diventa solo quando
comincia a manifestare i sintomi. Paradossalmente, il virus Ebola non è
particolarmente resistente,
viene ucciso anche solo con il sapone o la
candeggina. In generale sopravvive solo per brevissimo tempo se esposto
al
sole o su superifici secche.
Uno dei problemi più gravi nel trattamento del virus Ebola è che
non esistono trattamenti specifici per curare la malattia,
così come non esiste nessun vaccino autorizzato (anche se ce ne sono
parecchi in fase di spermentazione). Le persone che vengono colpite
dall'Ebola vengono solitamente messe in terapia intensiva e trattati con
liquidi immessi nel corpo per via endovenosa per colpire la grave
disidratazione che li colpisce. La reidratazione avviene anche per via
orale attraverso soluzioni contenenti elettroliti.
Per
prevenire l'infezione da virus Ebola, se ci si
trova in zone a rischio, è necessario
evitare il contatto con animali
morti che potrebbero esserne portatori (primati, scimmie, volpi volanti)
e cuocere adeguatamente tutti i cibi prima di mangiarli. Se si deve
fare visita a persone infette,
indossare sempre guanti e mascherina e
lavarsi immediatamente le mani dopo la visita. Sono da ritenersi
infondate le voci secondo cui ci sono cibi in grado di prevenire
l'infezione, l'unico modo di evitarla - se ci si trova in zone a rischio
- è quello di prendere tutte le precauzioni del caso.
Fino a oggi,
il virus Ebola ha sempre e solo colpito in Africa,
causando negli ultimi quarant'anni centinaia di morti (oltre 200 solo
nel '76 e e di nuovo nel '95 e nel 2000).
Le nazioni che sono state
colpite con maggiore frequenza sono il
Congo, il Sudan, il Gabon,
l'Uganda.
Paesi colpiti da Ebola: Africa centrale (Congo, Sudan, Gabon) e Africa occidentale (Liberia e Sierra Leone)
Africa occidentale
Intervista al prof. Andrea Gori, docente di Malattie Infettive dell'Università di Milano-Bicocca.
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Cos'è e quanto è davvero pericoloso
Perché il virus Ebola è così aggressivo e si ripresenta periodicamente?
Da dove arriva e come si trasmette all'uomo? Quanto è concreta la
possibilità che si diffonda anche fuori dall'Africa subsahariana?
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Perché non viene fatto un vaccino?
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