I cento passi
I cento passi è un film del 2000 diretto da Marco Tullio Giordana dedicato alla vita e all'omicidio di Peppino Impastato, impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra, la Sicilia.
Cento sono i passi che occorre fare a
Cinisi, per colmare la distanza tra la casa della famiglia Impastato e
quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti.
Il giovane Peppino Impastato vive cercando di sfuggire a
quest'inesorabile legame con l'ambiente mafioso che il padre, Luigi
Impastato, un po' per inerzia, un po' perché ha una moglie da proteggere
e due figli da crescere, non ha la forza di rompere. Anche di fronte
alla vulnerabilità sua e della propria famiglia, Peppino, animato da uno
spirito civico irrefrenabile, non esita, con l'involontaria complicità
del fratello Giovanni, ad attaccare "don Tano" e a denunciarne
pubblicamente le malefatte.
Il percorso "controcorrente" di Peppino nasce quando, bambino, vede
scorrere davanti a sé gli albori della lotta politica contro la mafia e
il potere a essa colluso, lotta a cui poi prenderà attiva parte una
volta adolescente e poi da adulto. La morte violenta dello zio
capomafia, l'incontro con il pittore
comunista Stefano Venuti, il rifiuto del padre biologico e della
famiglia intesa in senso mafioso e il formarsi con il pittore idealista,
suo vero "padre etico", sono i punti di svolta della vita di Peppino
bambino, che lo segneranno per il resto della sua esistenza. La frase «noi comunisti perdiamo perché ci piace perdere»
sembra quasi un preludio alla sua tragica morte, che giunge quando
ormai è diventato troppo scomodo ai mafiosi e il padre, morto in un
oscuro incidente, non lo può più proteggere da don Tano. Viene ucciso
soprattutto per l'operato dell'irriverente Radio Aut, dai microfoni della quale si è scagliato senza freni a denunciare la mafia e i suoi misfatti.
da Wikipedia
una recensione
VIDEO
da I cento passi
"I cento Passi"- discorso alla radio- morte Peppino Impastato-
GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO
|
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino |
La strage di Capaci fu un attentato messo in atto da
Cosa Nostra
in Italia, il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello
svincolo di Capaci nel territorio comunale di Isola delle Femmine, a
pochi chilometri da Palermo.
Nell'attentato persero la vita il
magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e
tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio
Montinaro.
19 luglio 1992
La strage di via D'Amelio
fu un attentato di stampo terroristico-mafioso avvenuto in Italia il 19
luglio 1992, in via Mariano d'Amelio a Palermo, nel quale persero la
vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta
Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e
Claudio Traina.
Il
racconto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel pool antimafia di
Palermo attraverso la testimonianza commovente del capo del pool
antonino caponnetto. L'amicizia, l'affetto e il rispetto verso due
magistrati coraggiosi, due servitori dello stato. Il tradimento e lo
smembramento del pool su decisione del consiglio superiore della
magistratura. Le stragi ordite dallo stato ed eseguite dalla mafia. le
ansie, i sospetti e le delusioni di un gruppo di uomini unici che tra
mille difficoltà riuscirono in parte a decapitare la cupola mafiosa ma
distrutti da poteri ancor più forti della mafia stessa: lo stato
italiano.
Mafia
Organizzazione criminosa clandestina che, nata in Sicilia nel secolo XIX
sotto il governo borbonico, diffondendosi poi in tutta la nazione (e,
con gli emigrati, spec. negli Stati Uniti d'America, ma anche altrove,
p.e. in Francia), esercita il controllo su certe attività economiche e
su traffici illeciti (p.e. appalti, stupefacenti), condiziona la libertà
dei cittadini e il regolare andamento delle funzioni pubbliche; è retta
dalla legge dell'omertà e del silenzio e si serve di metodi di
intimidazione e di repressione violenta e spietata: il potere della m.; anche con riferimento ad altre organizzazioni criminose: m. cinese
Peppino Impastato
Giuseppe
Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9
maggio 1978), è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto
per le sue denunce contro le attività di cosa nostra a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato il 9 maggio 1978.
Peppino Impastato è morto
Nasce a Cinisi il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi
Impastato. Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima
delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata
mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da
speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di
tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le
indagini sono, in un primo tempo orientate sull'ipotesi di un attentato
terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un
suicidio "eclatante". Il caso giudiziario è stato chiuso e riaperto per
ben tre volte, sino ad arrivare all'attuale processo, ancora in corso,
nei confronti del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti e del suo complice
Vito Palazzolo, accusati di essere i mandanti del delitto.
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