di Ludovica Pavia II B
CONTRO LA MAFIA SEMPRE
100 MINUTI PER CAPIRE LA MAFIA
Parlare di mafia è complesso e parecchio rischioso. L’informazione è, però, necessaria per riuscire a combattere questo mostro così grande e pericoloso.
La mafia
è un’organizzazione criminale che nasce tra il 1850 e il 1860 nelle zone più
ricche della Sicilia. Acquisendo sempre più potere si estende prima in Italia,
in diverse forme a seconda della regione (Camorra in Campania, Cosa Nostra in
Sicilia, ‘Ndrangheta in Calabria, Sacra Corona Unita in Puglia) e poi nel resto
del mondo (Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone).
La
mafia è composta da più persone che sottostanno alle decisioni prese dal
vertice, “la cupola”, a capo della quale c’è il boss.
I
mafiosi vogliono passare inosservati, per questo non agiscono in gruppo ed
essendo persone come le altre è difficile riconoscerle. Questo rende il mostro
“invisibile”.
Nell’ideologia
mafiosa vige la legge del più forte, che prevede tre protagonisti: il
prepotente, ossia il mafioso, la vittima, nonché il bersaglio della mafia e il
resto della società. L’ultimo dei tre non è, però, da sottovalutare perché se
agisse farebbe la differenza nella lotta contro la mafia.
Infatti
ci sono state persone coraggiose che hanno lottato per il loro paese mettendo
da parte l’omertà e la paura della vendetta a costo della libertà e spesso
anche della vita. Simboli della lotta contro la mafia sono i giudici del Pool
Antimafia, un’organizzazione di giudici ideata da Rocco Chinnici che si
occupava esclusivamente di reati di mafia, scambiando e condividendo
informazioni. Grazie a questo gruppo, nel 1986, iniziò il Maxiprocesso di
Palermo contro Cosa Nostra che coinvolse quattrocentosettantacinque imputati e
si concluse nel 1987 con diciannove ergastoli, tra cui quelli dei boss Totò
Riina, Michele Greco e Bernardo Provenzano. I giudici furono aiutati anche da
ex mafiosi che diedero informazioni molto importanti. Tra questi, Tommaso
Buscetta che iniziò a parlare per vendetta verso chi uccise la sua famiglia
durante la seconda guerra mafiosa.
Fra i
giudici più rappresentativi del Pool ci furono Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino, due uomini di grandissimo coraggio che hanno portato avanti il
valore della giustizia fino alla morte: furono entrambi uccisi da Cosa Nostra
nel 1992 nelle stragi di Capaci e di via D’Amelio. La loro morte scosse
profondamente le coscienze e le strade si riempirono di manifestanti e i
balconi di lenzuoli bianchi: tutti uniti contro la mafia, era ora di reagire.
Con lo
scioglimento del Pool non è, però, finita la lotta contro la mafia, che
continua tuttora grazie ad altri che combattono per la giustizia e per il bene
comune.
Persone
che si “fanno sentire” scrivendo, come Roberto Saviano, che con il suo romanzo
“Gomorra” ha rivelato grandi segreti dell’organizzazione campana la quale gli
ha dichiarato la sua condanna a morte.
Persone
come Peppino Impastato, che hanno avuto il coraggio di prendere in giro
qualcosa di così intoccabile. Peppino era un ragazzo siciliano, figlio di
uomini di mafia che si ribellò e si allontanò dalla sua famiglia per aprire una
radio (Radio Aut) dove prendeva in giro tutti i mafiosi del suo paese. Fu fatto
uccidere da suo zio.
Persone
che hanno voltato le spalle alla propria famiglia, come Rita Atria, una ragazza
il cui padre e fratello erano uomini di mafia. Denunciò tutto ciò che sapeva in
cambio di protezione e grazie al giudice Borsellino, che la prese a cuore, si
trasferì a Roma con la moglie di suo fratello. Lì cambiò nome e riprese in mano
la sua vita. Quell’ attimo di quiete fu però brutalmente interrotto dalla morte
di Paolo Borsellino che per lei era diventato come un padre. La ragazza, in
preda al panico e alla disperazione, si tolse la vita a soli diciassette anni.
Queste
persone si sono battute per il bene di tutti i cittadini ed è proprio per
questo che ognuno di noi, nel suo piccolo, deve portare avanti ciò che loro
hanno iniziato e i valori in cui hanno creduto, per far sì che questi eroi non
siano morti invano.
D’altra
parte “la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e, come tutti i
fatti umani, ha un inizio e avrà anche una fine” (cit. G. Falcone).
La IIB e IID della Scuola media Santa Caterina sono stati ancora ospiti della biblioteca Cassina Anna per un incontro impegnativo ma interessante e per parlare e riflettere sulla mafia e sulla sua drammatica complessità attraverso libri scritti per i ragazzi e i numerosi contributi audio-video (spezzoni di film, interviste, servizi giornalistici e video musicali) che sono stati in grado di rendere l'iniziativa più coinvolgente e meno faticosa. Lo scopo é stato quello di mostrare ai ragazzi l'atteggiamento vincente da parte di ognuno di noi per combatterla.
I ragazzi hanno apprezzato l'iniziativa mostrando un grande interesse e una attiva partecipazione.
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