martedì 16 maggio 2017

CONTRO LA MAFIA SEMPRE

di Ludovica Pavia II B







CONTRO LA MAFIA SEMPRE

100 MINUTI PER CAPIRE LA MAFIA





Parlare di mafia è complesso e parecchio rischioso. L’informazione è, però, necessaria per riuscire a combattere questo mostro così grande e pericoloso.
La mafia è un’organizzazione criminale che nasce tra il 1850 e il 1860 nelle zone più ricche della Sicilia. Acquisendo sempre più potere si estende prima in Italia, in diverse forme a seconda della regione (Camorra in Campania, Cosa Nostra in Sicilia, ‘Ndrangheta in Calabria, Sacra Corona Unita in Puglia) e poi nel resto del mondo (Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone).
La mafia è composta da più persone che sottostanno alle decisioni prese dal vertice, “la cupola”, a capo della quale c’è il boss.
I mafiosi vogliono passare inosservati, per questo non agiscono in gruppo ed essendo persone come le altre è difficile riconoscerle. Questo rende il mostro “invisibile”.

Nell’ideologia mafiosa vige la legge del più forte, che prevede tre protagonisti: il prepotente, ossia il mafioso, la vittima, nonché il bersaglio della mafia e il resto della società. L’ultimo dei tre non è, però, da sottovalutare perché se agisse farebbe la differenza nella lotta contro la mafia.
Infatti ci sono state persone coraggiose che hanno lottato per il loro paese mettendo da parte l’omertà e la paura della vendetta a costo della libertà e spesso anche della vita. Simboli della lotta contro la mafia sono i giudici del Pool Antimafia, un’organizzazione di giudici ideata da Rocco Chinnici che si occupava esclusivamente di reati di mafia, scambiando e condividendo informazioni. Grazie a questo gruppo, nel 1986, iniziò il Maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra che coinvolse quattrocentosettantacinque imputati e si concluse nel 1987 con diciannove ergastoli, tra cui quelli dei boss Totò Riina, Michele Greco e Bernardo Provenzano. I giudici furono aiutati anche da ex mafiosi che diedero informazioni molto importanti. Tra questi, Tommaso Buscetta che iniziò a parlare per vendetta verso chi uccise la sua famiglia durante la seconda guerra mafiosa.
Fra i giudici più rappresentativi del Pool ci furono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due uomini di grandissimo coraggio che hanno portato avanti il valore della giustizia fino alla morte: furono entrambi uccisi da Cosa Nostra nel 1992 nelle stragi di Capaci e di via D’Amelio. La loro morte scosse profondamente le coscienze e le strade si riempirono di manifestanti e i balconi di lenzuoli bianchi: tutti uniti contro la mafia, era ora di reagire.







Con lo scioglimento del Pool non è, però, finita la lotta contro la mafia, che continua tuttora grazie ad altri che combattono per la giustizia e per il bene comune.
Persone che si “fanno sentire” scrivendo, come Roberto Saviano, che con il suo romanzo “Gomorra” ha rivelato grandi segreti dell’organizzazione campana la quale gli ha dichiarato la sua condanna a morte.
Persone come Peppino Impastato, che hanno avuto il coraggio di prendere in giro qualcosa di così intoccabile. Peppino era un ragazzo siciliano, figlio di uomini di mafia che si ribellò e si allontanò dalla sua famiglia per aprire una radio (Radio Aut) dove prendeva in giro tutti i mafiosi del suo paese. Fu fatto uccidere da suo zio.


Persone che hanno voltato le spalle alla propria famiglia, come Rita Atria, una ragazza il cui padre e fratello erano uomini di mafia. Denunciò tutto ciò che sapeva in cambio di protezione e grazie al giudice Borsellino, che la prese a cuore, si trasferì a Roma con la moglie di suo fratello. Lì cambiò nome e riprese in mano la sua vita. Quell’ attimo di quiete fu però brutalmente interrotto dalla morte di Paolo Borsellino che per lei era diventato come un padre. La ragazza, in preda al panico e alla disperazione, si tolse la vita a soli diciassette anni.


Queste persone si sono battute per il bene di tutti i cittadini ed è proprio per questo che ognuno di noi, nel suo piccolo, deve portare avanti ciò che loro hanno iniziato e i valori in cui hanno creduto, per far sì che questi eroi non siano morti invano.

D’altra parte “la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha un inizio e avrà anche una fine” (cit. G. Falcone).






La IIB e IID della Scuola media Santa Caterina sono stati ancora ospiti della biblioteca Cassina Anna per un incontro impegnativo ma interessante e per parlare e riflettere sulla mafia e sulla sua drammatica complessità attraverso libri scritti per i ragazzi e i numerosi contributi audio-video (spezzoni di film, interviste, servizi giornalistici e video musicali) che sono stati in grado di rendere l'iniziativa più coinvolgente e meno faticosa. Lo scopo é stato quello di mostrare ai ragazzi l'atteggiamento vincente da parte di ognuno di noi per combatterla.
I ragazzi hanno apprezzato l'iniziativa mostrando un grande interesse e una attiva partecipazione.


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