martedì 28 marzo 2017

IL MIO PAPA' E' ULISSE




"Il mio papà è Ulisse" è uno spettacolo teatrale che narra dell’attesa di Telemaco nei confronti del padre Ulisse il quale, partito per la guerra di Troia, sta cercando di tornare a casa, ma viene ostacolato in tutti i modi da Poseidone.
Telemaco condivide l’attesa con Amica, figlia della Natura, con cui si sfoga raccontandole le avventure vissute dal padre.
Però un giorno come un altro, da una nave come un’altra, scese un uomo muscoloso… era proprio lui: il tanto atteso Ulisse.



La scenografia era essenziale ma multifunzionale nei diversi cambiamenti della narrazione.
I costumi molto semplici, quali maglioni di canapa e larghi pantaloni di seta, sono sembrati adeguati al contesto storico. Sono stati inoltre usati numerosi oggetti di scena che immedesimavano lo spettatore nel racconto.
Le musiche di Francesco Chebat e le luci di Marco Zennaro, hanno reso ancora più piacevole la visione dell’opera.

Gli attori hanno recitato in modo chiaro ed espressivo; lo spettacolo ci è piaciuto e ci ha fatto vivere l’Odissea da un altro punto di vista.
Per la 1B il voto  è NOVE
La classe 1B





venerdì 24 marzo 2017

PICASSO a Verona.... sboccia l'amore per l'arte della 3C!



A Verona sboccia l'amore per l'arte! 

Il giorno 9 Marzo noi della classe 3C, durante il viaggio d'istruzione a Verona, abbiamo avuto l'opportunitá di visitare una mostra del famoso artista Pablo Picasso

91 le opere di Picasso in mostra a Verona: da ‘Nudo Seduto’ de ‘Les Demoiselles d’Avignon’ del 1907, ‘Il Bacio’ del 1931, ‘la Femme qui pleure’ e ‘Portrait de Marie-Thérèse’ del 1937 fino a ‘L’Étreinte’ e ‘La Famille’ del 1970… Per un emozionante viaggio nella vita artistica di una delle più grandi personalità del Novecento!

La Mostra era allestita all'AMO (arena museo opera) di Verona. La nostra guida ci ha raggiunto e ci ha dato delle cuffiette. Con esse siamo riuscite a sentire la nostra guida senza che lei urlasse per farsi sentire. Una volta entrati siamo rimasti sin da subito basiti dalla bellezza dei quadri. E’ stato molto impressionante vederli dal vivo. La guida ci ha illustrato brevemente  la vita dell'artista.



Pablo Picasso nacque a Malaga, in Spagna nel 1881. Sua madre lo incoraggiò ad entrare nel mondo dell'arte e suo padre, professore alla scuola delle arti e dei mestieri, gli insegnó a disegnare. Picasso era portato per l'arte sin da bambino e la sua prima parola, anziché la classica "mamma", fu "lapíz", che in spagnolo significa matita. Nel 1892 Pablo entró nella Scuola delle Belle Arti, e stupì tutti con i suoi dipinti, simili a quelli dell'artista rinascimentale Raffaello Sanzio. Ma man mano che cresceva si voleva differenziare sempre più dagli altri artisti. Così, cominciò a dipingere figure sproporzionate o solidi geometrici. Grazie a lui nacque il movimento artistico chiamato Cubismo.


La guida era veramente bravissima ed é riuscita a farci stare molto attenti. Ci ha trasmesso  tutta la sua passione per l'artista ed  è riuscita a farci  appassionare a tutte le opere. Le nostre professoresse inoltre, ci hanno fatto scrivere tre titoli delle opere che ci sono piaciute di più, ma per molti di noi è stato difficile scriverne soltanto tre. Quando la visita è terminata in negozio abbiamo acquistato dei souvenir per avere un ricordo di questa mostra stupenda. La guida ci ha fatto i complimenti per la nostra incredibile attenzione, ma noi abbiamo ringraziato lei per la bellissima esperienza che ci ha fatto provare.





Alle nostre due prof in gita con noi è venuta un’idea che speriamo di realizzare al meglio insieme alla collaborazione della prof di arte. Allestiremo nei corridoi della nostra scuola una vera e propria “galleria d’arte” con le opere di Picasso che maggiormente ci hanno colpito. Tenteremo di realizzare su tela dei veri capolavori in modo che tutti possano conoscere queste opere. 
Potremo anche fornire un servizio di visita con guida... ovviamente gratuito per chi lo volesse.




Azzurra Adago - 3C



giovedì 23 marzo 2017

3B seconda classificata al torneo di volley 2017 città di Milano









"Lo dico personalmente, non ci credevo.
Trentadue scuole una più brava dell'altra.
No no, è impossibile pensavo.
Detto dal capitano della squadra può essere sconfortante, ma visti i risultati non lo è stato per niente.


Non è stata per nulla una battaglia facile, non credete mica!


Sfidarci con le classi della scuola in fondo non è stato molto faticoso, ma il giorno in cui dovevamo aggiudicarci il posto per la finale è stato secondo tutti il più terrificante   e non per aver saltato matematica, ma quella mattina di febbraio ci ha trasmesso così tanta carica,sicurezza e ansia che ci ha fatto arrivare in finale!


Non ci potevo credere!


La 3^B in finale contro altre sette finaliste!


E siamo arrivati al quindici marzo, il grande giorno.
Dopo tanto entusiasmo,risate e arrabbiature siamo arrivati secondi!
Essendo una persona tanto competitiva mi è dispiaciuto perdere il primo posto per otto miseri punti, però così è andata.
Anche se non siamo arrivati primi è stato bellissimo allenarmi con la mia classe,o meglio, la mia squadra!
Ci sono stati momenti stupendi e altri da scordare, ma insomma, a volte si sbaglia , ma dagli errori si impara no?
Credo che questo torneo ci abbia aiutato tanto a conoscerci meglio,a collaborare e ad accettare tutti, che siano forti o meno.
Spero che questo breve "racconto" abbia fatto riflettere e auguro a tutte le future prime, seconde e terze una vittoria e un'esperienza bella quanto lo è stata la nostra!" 



Casiraghi Isabella -  3^B









GRAZIE 3B!  
per noi siete arrivati primi!!
                         La Redazione del Blog



venerdì 3 marzo 2017

La coscienza: la nostra bussola

di Eleonora Galvagno - 3^E



La classe 3^E durante l'ora di religione ha lavorato sulla coscienza. Ma cosa é la coscienza?
Per scoprirlo abbiamo fatto tutti insieme un  brainstorming.



Utilizzando un musical su Pinocchio e recitando alcuni passi della storia, abbiamo analizzato le tre fasi in cui la coscienza agisce:

1.      Prima
2.      Durante
3.      Dopo

Il “prima” si riferisce a quando il Grillo Parlante (coscienza) cerca di indicare la via del bene a Pinocchio (ognuno di noi). Nel musical si vede bene il funzionamento della coscienza che no si mette a tacere facilmente. Pinocchio esausto alla fine la "chiude" in un armadio!



Il “durante” è quando Pinocchio è combattuto: non sa se prendere l’autobus per il Paese dei balocchi o no. Un ciuchino (sempre la coscienza) cerca di fermarlo, perché sa che se andrà si trasformerà in un asino, proprio come lui, ma Pinocchio sceglie di partire, persuaso dal suo amico Lucignolo.



Il “dopo” è, ahimè, quando il nostro amico Pinocchio si è già trasformato in un asinello, ma, per fortuna, arriva in suo aiuto il grillo prima che sia ormai troppo tardi.




La notte di Lucia e dell'Innominato a confronto

di Miriam Trovato – 3B


Lo scorso mese in classe abbiamo letto e commentato alcuni passi dei Promessi Sposi sia con la professoressa di italiano che di religione. Ci siamo soffermati in particolare su due notti (capitoli XX e XXI) vissute in maniera diversa e con il cuore tormentato da Lucia e dall’Innominato. Tutto questo è reso molto bene nel musical I Promessi Sposi di Michele Guardì di cui abbiamo visto alcune scene.

C’è Don Rodrigo che chiede aiuto all’Innominato per rapire Lucia che si trovava in un convento con la Monaca di Monza. L’Innominato promette di rapire la povera Lucia “ma appena rimase solo si trovò, non dirò pentito, ma indispettito ... Già da qualche tempo cominciava a provare, se non un rimorso, una cert’uggia delle sue scelleratezze”. Arriva così persino a incaricare la vecchia donna del suo castello di fare coraggio a Lucia con quelle parole “che fanno piacere in quei momenti”, che si vogliono udire quando si ha “affanno di cuore”.





Mentre Lucia quella notte dopo avere pregato e fatto voto alla Madonna trova pace e calma nel suo cuore, l’Innominato disperato arriva persino a pensare di suicidarsi ma poi ebbe il pensiero ad una possibile vita oltre la morte e a quel punto le vennero in mente le parole di Lucia:“Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia!”. Al suono poi delle campane si blocca e rinuncia alla sua idea.





Nella terza parte l’innominato pentito per tutto il male che aveva fatto incontra il cardinal Federigo chiedendo perdono a lui e a Dio. Resta sorpreso: è lo stesso Federigo che gli corre incontro in un abbraccio che assomiglia a quello della parabola del Padre Misericordioso del Vangelo di Luca e che Rembrandt ha saputo disegnare così bene in quello che ancor oggi é considerato un capolavoro.







In quel quadro il nostro occhio cade  sul particolare delle due mani: una sembra quella di un uomo e l’altra di una donna. Rembrandt raffigura così quell’abbraccio di Dio che assomiglia a quello di un padre e di una madre che amano il proprio figlio nonostante ogni sbaglio.



Rembrandt, Il Padre Misericordioso
Il particolare delle due mani diverse