lunedì 28 gennaio 2019

La 1D alla scoperta di Monza


Appunti di viaggio... 

di Alice Introzzi

Giovedì 22 Novembre siamo andati a visitare Monza. La mattina è incominciata così: verso le 8:20 ci siamo incamminati verso la  Stazione Centrale. Abbiamo preso il treno alle 9:04 e alle 9:20 eravamo già arrivati!



Abbiamo incontrato la nostra guida che ci ha spiegato brevemente la leggenda della storia di Monza. La regina  Teodolinda  era  a fare una battuta di caccia  vicino a Milano, dove adesso c’é Monza  ma dove prima c’erano  numerose foreste. Si era sentita stanca  e si era sdraiata a riposare. In sogno le era apparsa una colomba  che le aveva detto “MODO”(ora) e la regina aveva risposto “ETIAM”(d’accordo). Da qui è poi derivata  la parola Monza: MODO ETIAM (questo breve scambio di battute simboleggia la conversione di Teodolinda,quindi anche dei Longobardi, al Cristianesimo  Cattolico). 




In quel punto la regina fece costruire il Duomo che è stato distrutto innumerevoli volte ma che è la base di quello che vediamo noi oggi. Poi abbiamo visitato il centro storico di Monza  e abbiamo visto alcuni edifici antichi come la Chiesa di Santa Maria in strada. Abbiamo osservato anche il fiume  che attraversa Monza,il Lambro. All’epoca dei Longobardi era largo circa 70 m. mentre ora ne misura solo 30. 

Successivamente siamo andati a visitare il Duomo e il Tesoro di Monza. Abbiamo visto oggetti in oro molto preziosi come la copertina ( in oro e pietre preziose) del Vangelo e la chioccia di Teodolinda.




Poi siamo andati in Duomo, dove la guida ha aperto una cappella  affrescata con la storia di Teodolinda. In alcuni punti è presente la foglia d’oro o d’argento,ma quest’ultima si è ossidata. In questa cappella c’è un altare con dentro una cassaforte che contiene la Corona Ferrea,la corona di Teodolinda. Molti credono  che la struttura interna della corona sia fatta con un chiodo della Croce di Cristo,ma questo non è  totalmente vero. La corona, infatti, è  molto piccola, formata da sei placche d’oro ma si pensa che prima fossero otto. Si suppone che le due parti mancanti fossero collegate da un  archetto di ferro(di cui gli scienziati hanno rinvenuto le tracce) che poteva essere veramente il chiodo della Croce di Cristo ma purtroppo é stato rubato .La storia del  furto è quasi del tutto certa  perché sulla corona si alternano  pietre preziose e disegni e a un certo punto ci sono due file di pietre vicine e dal lato opposto si vede che le placche non combaciano perfettamente.




Mi ha colpito molto il fatto che nonostante  i  furti e i danneggiamenti è possibile osservare la Corona Ferrea così ben conservata ancora oggi dopo quasi 1500 anni.



di Maddalena De Nisi



Era una giornata nuvolosa ma ero molto contenta di scoprire una nuova città.La guida ci ha accompagnati alla chiesa di Santa Maria in Strada nel centro storico. Ciò che mi ha colpito di più è stato il rosone sulla facciata.Da lí ci siamo diretti ai portici dell’arengario la guida ci ha raccontato che una volta i cittadini venivano avvisati  con il suono di una campana per ripararsi dall’arrivo dei nubifragi.La tappa seguente era quella che aspettavo di più… 



 Arrivati al museo abbiamo posato gli zaini negli armadietti. La prima cosa che ho visto e mi ha anche colpito molto è stata la croce che pendeva dall’alto e il pavone che è il simbolo dell’immortalità.



Dopo di che siamo arrivati in una stanza dove c’erano tutti gli oggetti dorati e a me sono piaciuti molto il calice e il ventaglio di Teodolinda. Il calice era fatto di zaffiro ed era di un blu molto intenso. La corona ferrea è un gioiello fantastico appena la vedi ti si illumina la mente.E’ un peccato che abbiano perso due pezzi però è lo stesso bella, ha quei bellissimi gioielli attorno che la fanno brillare di più. 




  


di Silvia Catanese

Giovedì  22 novembre 2018 io e i miei compagni di classe, accompagnati da alcuni professori, abbiamo fatto una gita a Monza che è stata molto bella.
Abbiamo visto tante cose che non conoscevo; le guide turistiche che ci hanno accompagnato sono state molto brave e gentili e hanno e hanno avuto molta pazienza con noi ragazzi che facevamo confusione.

          
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

Mi è piaciuta molto la visita alla cappella che ha i muri decorati
con scene che ritraggono la regina Teodolinda.
Quando, ad un certo punto, ci hanno mostrato la corona ferrea
 tirandola fuori dalla teca, mi sono emozionata: era stupenda e
 tutta d’oro.
Nella cappella, in alto, c’era un sole con i raggi e tutti i disegni
erano composti dall’alto verso il basso e rappresentava scene
storiche della vita della regina Longobarda.
La guida ci ha detto che questo museo è stato costruito 50 anni
fa. 
               

               
Mi sono piaciute anche la scatola d’oro che contiene un dente,
che secondo la tradizione dà molto coraggio, la chioccia di
Teodolinda, anch’essa dorata e il pettine di Teodolinda che mi
ha fatto immaginare la Regina mentre lo usava per pettinarsi.

                                                           


                                                                                                             
In un’altra sala abbiamo ammirato una pagina di un libro scritto
 a mano che, per la perfezione della scrittura sembrava
stampato; la magia offerta di questo libro racconta della
colomba che parla con Teodorico.
Prima di entrare nel museo la guida ci ha mostrato l’arengario
da cui il re avvisava i cittadini che era successo qualcosa. Questo avviso veniva proclamato dal pulpito proprio come in una chiesa ma sotto aveva i portici per ripararsi dalla pioggia. 



Salendo le scale ho notato un manichino che, stranamente indossa la divisa delle Guardie Svizzere.
Quando siamo rientrati a Milano ero un po’ stanca, ma molto contenta e soddisfatta per l’esperienza vissuta insieme ai miei compagni.
E’ stata una bellissima gita didattica!

Belle le foto di Jacopo Ciaroni!