lunedì 27 febbraio 2017

L'Orrore della Shoah

 RICORDARE PER NON DIMENTICARE

di Duò Altea - 3D


Nel mese scorso la 3°A insieme alla mia classe, la 3°D, si è recata per un’uscita didattica alla biblioteca Cassina Anna (a Bruzzano) per un incontro sulla Shoah in vista della giornata della memoria, che viene celebrata ogni anno il 27 gennaio.
Appena arrivate, le due classi hanno intrapreso due percorsi diversi guidati da due esperti. Alla fine di ogni percorso le classi si sono poi scambiate.
Noi abbiamo iniziato con il vedere alcuni spezzoni di film, ascoltare canzoni, interviste sul tema, ragionando sui fili che collegano il passato al presente. L’esempio che mi è rimasto più impresso è il paragone tra la poesia scritta da Primo Levi all’inizio del libro “Se questo è un uomo”e un testo di Adriano Sofri, che si è ispirato al precedente per scrivere “Nei ghetti d’Italia questo non è un uomo”. In questi passi viene istituito un confronto tra la vita di un deportato nei campi di concentramento allora e quella di un immigrato in Italia oggi. Alla fine siamo arrivati a pensare chele condizioni di queste due persone non sono molto diverse. Eppure la storia dovrebbe servire per non commettere sempre gli stessi errori del passato, un po’ come le verifiche a scuola.






Dopo una breve merenda e un po’ di svago, abbiamo iniziato l’altro percorso. Qui un signore membro di una delle molte associazioni dei partigiani (ANPI) ci ha illustrato in modo sintetico ma efficace la storia di fascismo e nazismo a partire dalla fine della Prima guerra, per giungere fino alla fine della Seconda. Ci ha spiegato la struttura dei campi di concentramento, chi comandava, il significato dei diversi triangoli colorati… Ci ha descritto le condizioni disumane in cui quelle persone erano costrette a vivere (se quello può essere considerato‘vivere”), quante poche sono riuscite a sopravvivere per poterlo raccontare, e soprattutto ci ha parlato dell’indifferenza, dell’indifferenza di milioni di persone che sapevano di questi campi e facevano finta di niente, tanto per loro non c’erano problemi.
Dopo il racconto della storia abbiamo avuto un quarto d’ora per guardare una mostra di 40 cartelloni che descrivono le tappe fondamentali del periodo tra il 1933 e il 1945 attraverso immagini, didascalie, simboli e colori. Erano tutti molto chiari e di grande impatto visivo.
In particolare mi è piaciuto molto l’ultimo pannello, intitolato “Perché ricordare”, che spiega appunto la ragione di tutti i progetti intrapresi dalla nostra scuola e da molte altre sul tema della Shoah. Esso afferma: “Ricordare, dunque, non solo per capire i pericoli e riconoscere le ingiustizie, ma per combatterle, in un grande movimento che unisca tutti gli uomini in un vincolo di solidarietà verso mete di pace, di uguaglianza, di libertà, di giustizia.
Ricordare, aggiungo io, per non dimenticare e per onorare tutte le persone che hanno combattuto per noi, per la nostra libertà, per un Mondo migliore.
Ora tocca a noi.




 
 

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