venerdì 20 marzo 2015

JUAN MUNOZ ALL'HANGARBICOCCA

HangarBicocca, L'esterno
Double Bind & Around – All’HangarBicocca la mostra dedicata a Juan Muñoz (Spagna 1953-2001)

Juan Muñoz, Many Times,  1999
HangarBicocca, lo spazio per l’arte contemporanea sostenuto da Pirelli, presenta Double Bind & Around la prima mostra personale in Italia dedicata a Juan Muñoz, a cura di Vicente Todolí.

L’intero progetto espositivo, che si espande nei 5.300 metri quadrati delle “Navate” di HangarBicocca, propone 15 opere (con oltre 150 figure scultoree) di uno degli artisti più significativi del panorama contemporaneo e comprende i suoi lavori più rilevanti.
Definito dalla critica uno degli artisti più complessi e singolari del nostro tempo, Juan Muñoz era solito parlare di sé come di un “storyteller”.
Tra gli artisti più significativi a emergere nel periodo che segue la dittatura franchista in Spagna, è stato un interprete visionario e artefice di un’arte che pone al centro la figura umana. Capace di creare contesti stranianti, mondi fittizi abitati da bizzarri personaggi come acrobati, ventriloqui, ballerine e nani solitari, le sue opere danno forma a possibili narrazioni.

Affascinato dalla statuaria romana e dall’architettura barocca del XVII secolo, (trascorre un anno a Roma nel 1991), Juan Muñoz ha indagato il rapporto tra la figura e il contesto espositivo. Egli ha esplorato nuove possibilità di distorsione dello spazio, utilizzando prospettive ardite e cambiamenti di scala, non solo per coinvolgere le capacità sensoriali e percettive dello spettatore, ma anche e soprattutto per creare una tensione psicologica nell’individuo che fruisce delle opere.
Juan Munoz,'Conversation Piece', 1998

Il suo interesse per l’arte dell’illusione lo ha portato a trasmettere un forte senso di ambiguità ed enigmaticità, dove i confini tra realtà e finzione si assottigliano, accrescendo un articolato gioco di contraddizioni e paradossi.

L'ultimo lavoro di Juan Muñoz Thirteen Laughing at Each Other (2001)


In una riflessione che attraversa il linguaggio della scultura, dell’architettura, del disegno, dell’installazione, del suono e della scrittura, e attingendo da riferimenti legati al cinema, alla fotografia e anche alla magia, l’artista ha aperto il campo d’indagine all’emozione e ad una maggiore interazione psicologica con lo spettatore.
 
Juan Munoz, Double bind
Juan Muñoz (1953 – 2001)
Nasce a Madrid, secondo di sette figli. Cresce nell’era franchista e a metà degli anni Settanta si trasferisce in Inghilterra dove studia al Central School of Art and Design e al Croydon College of Design and Technology,città in cui conosce la sua futura moglie, la scultrice Cristina Iglesias. Nel suo percorso professionale ha modo di incontrare molti artisti tra cui Richard Serra e Mario Merz. Ma nonostante abbia conosciuto il Minimalismo e l’Arte Povera, egli imbocca un percorso diametralmente opposto che lo porta ad affermare un’arte del tutto peculiare nella scultura contemporanea.
Conosciuto soprattutto per le sue sculture in papier maché (cartapesta), resina e bronzo, Juan Muñoz si è interessato anche alle arti sonore, creando composizioni per la radio e audio pieces (http://juanmunozestate.com/audioworksperformances/).

Egli ha inoltre sviluppato un’intensa produzione testuale – diversi suoi scritti sono stati pubblicati in cataloghi, quotidiani e riviste, tra cui Domus e Figura – e ha collaborato con musicisti e attori per la creazione di performance sonore, alcune delle quali saranno presentate in HangarBicocca (http://juanmunozestate.com/the-face-of-pirandello/).

Gli sono state dedicate retrospettive in importanti istituzioni, fra cui: Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (2009), Tate Modern, Londra (2008), Musée de Grenoble, Grenoble (2007), Contemporary Arts Museum, Houston (2003), Museum of Contemporary Art, Los Angeles (2003) e The Art Institute of Chicago (2002).

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