da Il Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli Zanichelli editore, 2013 tifóne / tiˈfone/
[portog. tufão, dall'arabo ṭūfān, a sua volta dal gr. typhôn ‘vento fortissimo’ e anche n. di un ‘misterioso mostro’ di orig. orient., che ha influenzato anche la forma della vc. europea ☼ 1374]
s. m.
● ciclone tropicale dei Mari della Cina o della zona nord-occidentale del Pacifico | (est.) vento tempestoso, vorticoso e di straordinaria violenza distruttiva
SFUMATURE turbine
Sillabazione: tùr–bi–ne
♣tùrbine / ˈturbine/
[vc. dotta, lat. tŭrbine(m), da tŭrba ‘agitazione, movimento (rapido e circolare)’ ☼ sec. XIII]
s. m.
1 movimento vorticoso dell'aria di limitata estensione, tale da sollevare dal suolo polvere, sabbia o detriti a forma di colonna quasi verticale | turbine di vento, colonna d'aria ad asse quasi verticale in rapida rotazione | (est.) insieme di cose che, trascinate dal vento, si muovono vorticosamente: turbine di neve, di sabbia | (fig., spec. scherz.) il turbine della danza, il veloce movimento della danza: slanciarsi nel turbine della danza
2 (fig.) quantità, moltitudine di persone o cose in movimento rapido e impetuoso: il turbine degli invasori, dei barbari; vide sul vallo / fra un turbine di dardi Aiace solo (U. Foscolo)
3 (fig.) grande quantità di pensieri, idee e sim. che si agitano, si sovrappongono e sim.: un turbine di pensieri, di ricordi, di fantasie
SFUMATURE
turbine - bufera - tormenta
Un vortice di vento che solleva da terra polvere, sabbia o neve si definisce turbine; se il vortice è accompagnato da pioggia, neve o grandine si parla di bufera. Più in particolare, una bufera o un turbine di neve pulverulenta o di aghetti nevosi è una tormenta.
turbine - ciclone - tifone
Un movimento vorticoso d'aria di limitata estensione, tale da sollevare dal suolo polvere, sabbia e altri oggetti leggeri in una sorta di colonna di andamento verticale, si chiama turbine. Ciclone è invece una perturbazione atmosferica molto più violenta, tipica delle zone tropicali e temperate, costituita dal movimento rotatorio di aria fredda che tende a precipitare verso una zona centrale di bassa pressione e alta temperatura (occhio del ciclone). Tifone è un ciclone di ampiezza limitata, caratteristico dei mari della Cina o della zona nord-occidentale del Pacifico. ***************************
♣tùrbine / ˈturbine/
[vc. dotta, lat. tŭrbine(m), da tŭrba ‘agitazione, movimento (rapido e circolare)’ ☼ sec. XIII]
s. m.
1 movimento vorticoso dell'aria di limitata estensione, tale da sollevare dal suolo polvere, sabbia o detriti a forma di colonna quasi verticale | turbine di vento, colonna d'aria ad asse quasi verticale in rapida rotazione | (est.) insieme di cose che, trascinate dal vento, si muovono vorticosamente: turbine di neve, di sabbia | (fig., spec. scherz.) il turbine della danza, il veloce movimento della danza: slanciarsi nel turbine della danza
2 (fig.) quantità, moltitudine di persone o cose in movimento rapido e impetuoso: il turbine degli invasori, dei barbari; vide sul vallo / fra un turbine di dardi Aiace solo (U. Foscolo)
3 (fig.) grande quantità di pensieri, idee e sim. che si agitano, si sovrappongono e sim.: un turbine di pensieri, di ricordi, di fantasie
SFUMATURE
turbine - bufera - tormenta
Un vortice di vento che solleva da terra polvere, sabbia o neve si definisce turbine; se il vortice è accompagnato da pioggia, neve o grandine si parla di bufera. Più in particolare, una bufera o un turbine di neve pulverulenta o di aghetti nevosi è una tormenta.
turbine - ciclone - tifone
Un movimento vorticoso d'aria di limitata estensione, tale da sollevare dal suolo polvere, sabbia e altri oggetti leggeri in una sorta di colonna di andamento verticale, si chiama turbine. Ciclone è invece una perturbazione atmosferica molto più violenta, tipica delle zone tropicali e temperate, costituita dal movimento rotatorio di aria fredda che tende a precipitare verso una zona centrale di bassa pressione e alta temperatura (occhio del ciclone). Tifone è un ciclone di ampiezza limitata, caratteristico dei mari della Cina o della zona nord-occidentale del Pacifico. ***************************
Ciclone, uragano o tifone: tanti nomi, ma la "bomba" è la stessa
Sono nomi diversi, ma tutti
indicano la più violenta delle depressioni tropicali, capace di
raggiungere una potenza pari a quella scatenata da dieci atomiche di
Hiroshima.
ROMA -
Nel Pacifico li chiamano tifoni, nell'Oceano Atlantico uragani; in
Australia vengono chiamati "Willi Willy", Taino ad Haiti, "Baguio" nelle
Filippine e "ciclone" in India. La potenza, la carica distruttiva,
quelle sì, sono sempre le stesse. Che si chiamino cicloni, uragani o
tifoni, questi straordinari fenomeni della natura, che si formano nelle
zone tropicali e subtropicali del pianeta, quando la temperatura del
mare raggiunge i 25-27 gradi, lasciano dietro di sé una scia di morte e
distruzione che trova sempre l'uomo impotente.
I tifoni sono la più violenta delle depressioni tropicali, capace di raggiungere una potenza pari a quella scatenata da dieci bombe atomiche di Hiroshima. Nascono a causa di perturbazioni che portano in alto l'aria calda e umida che, arrivata in quota, si condensa e attira altra aria calda, provocando così una sorta di reazione a catena. Nel frattempo, le correnti d'aria circostanti cominciano a ruotare in senso antiorario (in quello orario nell'emisfero meridionale) a causa della rotazione terrestre, trascinando con sé le nuvole della perturbazione.
Quando i venti circolari della perturbazione si stabilizzano, raggiungendo i 100 km/h, ecco che un nuovo "uragano-ciclone-tifone" è nato, e l'unica zona tranquilla è il suo centro, il suo "occhio", le cui pareti sono di solito il punto in cui i venti soffiano con più violenza. I tifoni di solito sono più numerosi e più intesi degli uragani perché il Pacifico è più caldo dell'Atlantico. Una volta formati, i tifoni si spostano da Est verso Ovest e misurano tra 500 e 1000 km di diametro.
La scala d'intensità usata per questi eventi, messa a punto dall'ingegnere Herb Saffir e dal meteorologo Bob Simpson nel 1969, si basa sulla misurazione della massima velocità continua del vento, rilevata a 10 metri di altezza, ed è divisa in due parti, con due categorie iniziali riservate alle tempeste (da 0 a 62 Km/h e da 63 a 177 Km/h), seguite da altre cinque per gli uragani-tifoni, l'ultima delle quali, definita "catastrofica", con venti che superano i 250 chilometri orari. La scala non tiene in conto effetti collaterali come rovesci d'acqua e inondazioni.
Il supertifone Haiyan è stato classificato di categoria 5, con venti che hanno raggiunto un massimo di 315 km/h, con raffiche fino a 380 Km/h, secondo i meteorologi giapponesi e americani. Nel punto di picco, la pressione al centro di Haiyan ha raggiunto tra 870 e 895 hectoPascal, la più elevata mai misurata finora. Il precedente record era detenuto dal tifone Tip, con 870 hPa (e venti di 305 Km/h) rilevati il 12 ottobre 1979.
I tifoni sono la più violenta delle depressioni tropicali, capace di raggiungere una potenza pari a quella scatenata da dieci bombe atomiche di Hiroshima. Nascono a causa di perturbazioni che portano in alto l'aria calda e umida che, arrivata in quota, si condensa e attira altra aria calda, provocando così una sorta di reazione a catena. Nel frattempo, le correnti d'aria circostanti cominciano a ruotare in senso antiorario (in quello orario nell'emisfero meridionale) a causa della rotazione terrestre, trascinando con sé le nuvole della perturbazione.
Quando i venti circolari della perturbazione si stabilizzano, raggiungendo i 100 km/h, ecco che un nuovo "uragano-ciclone-tifone" è nato, e l'unica zona tranquilla è il suo centro, il suo "occhio", le cui pareti sono di solito il punto in cui i venti soffiano con più violenza. I tifoni di solito sono più numerosi e più intesi degli uragani perché il Pacifico è più caldo dell'Atlantico. Una volta formati, i tifoni si spostano da Est verso Ovest e misurano tra 500 e 1000 km di diametro.
La scala d'intensità usata per questi eventi, messa a punto dall'ingegnere Herb Saffir e dal meteorologo Bob Simpson nel 1969, si basa sulla misurazione della massima velocità continua del vento, rilevata a 10 metri di altezza, ed è divisa in due parti, con due categorie iniziali riservate alle tempeste (da 0 a 62 Km/h e da 63 a 177 Km/h), seguite da altre cinque per gli uragani-tifoni, l'ultima delle quali, definita "catastrofica", con venti che superano i 250 chilometri orari. La scala non tiene in conto effetti collaterali come rovesci d'acqua e inondazioni.
Il supertifone Haiyan è stato classificato di categoria 5, con venti che hanno raggiunto un massimo di 315 km/h, con raffiche fino a 380 Km/h, secondo i meteorologi giapponesi e americani. Nel punto di picco, la pressione al centro di Haiyan ha raggiunto tra 870 e 895 hectoPascal, la più elevata mai misurata finora. Il precedente record era detenuto dal tifone Tip, con 870 hPa (e venti di 305 Km/h) rilevati il 12 ottobre 1979.
http://www.repubblica.it/ambiente/2013/11/10/news/ciclone_uragano_o_tifone_tanti_nomi_per_stesso_fenomeno-70
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